La Rottura dei Legamenti Collaterali del ginocchio è una condizione patologica solitamente secondaria ad un evento traumatico e che raramente è un evento isolato, ma in realtà solitamente è associata a lesioni ad altre strutture anatomiche del ginocchio e talvolta a Lussazione dell’articolazione stessa.
La sintomatologia può variare da una leggera zoppia intermittente, in caso di lesioni di I grado, ad una grave zoppia con mancato appoggio dell’arto, in caso di lesioni di III grado.
La diagnosi viene effettuata mediante visita ortopedica con paziente in profonda sedazione, con manipolazioni dell’articolazione al fine di valutare l’integrità di entrambi i legamenti collaterali e con esami radiografici mirati.
Le lesioni di I grado possono essere trattate con una terapia di tipo conservativo : riposo, bendaggio di supporto, riabilitazione e successiva rivalutazione.
Tuttavia la maggior parte delle lesioni dei collaterali esitano in una instabilità articolare e quindi necessitano di un trattamento di tipo chirurgico che miri a ristabilire un adeguata stabilità dell’articolazione e che può essere ottenuta con varie tecniche :
- Embricatura del legamento lesionato
- Sutura del legamento lesionato
- Ricostruzione del legamento mediante ancore e suture sintetiche
- Fissazione del frammento avulso
La scelta tra le varie tecniche chirurgiche dipende dall’estensione, dalla gravità e dal tempo in cui è insorta la lesione, dal tipo di attività svolta dal paziente e dalle aspettative del cliente.
Un supporto esterno, sotto forma di Steccatura o Fissatore Esterno, è fortemente consigliato nelle settimane successive all’intervento chirurgico.
La prognosi può variare a seconda della gravità delle lesioni, benché solitamente sia buona per quanto riguarda l’utilizzo dell’arto interessato.
I proprietari di cani da lavoro devono essere avvisati che probabilmente il soggetto interessato dalla lesione difficilmente tornerà ai livelli atletici pre-chirurgia a causa della leggera perdita del “range of motion”, della possibile zoppia intermittente e della probabile evoluzione osteoartrosica dell’articolazione.