Attualmente la Pericardiectomia Toracoscopica rappresenta il “gold standard” nel trattamento del Versamento Pericardico in quanto offre una notevole riduzione dello stress e del dolore post-operatorio rispetto ai pazienti sottoposti alla stessa procedura chirurgica effettuata però mediante una chirurgia tradizionale “a torace aperto”.
La Pericardiectomia è indicata nei seguenti casi :
- Versamento Pericardico Idiopatico Benigno Ricorrente
- Versamento Pericardico secondario a Neoplasia (Chemodectoma – Emangiosarcoma)
- Pericardite Infiammatoria
- Pericardite Restrittiva
- Pericardite Infettiva
- Chilotorace Cronico
La creazione di una “finestra pericardica” (Pericardiectomia) ha come obiettivo il dare la possibilità di permettere al versamento pericardico di drenare continuamente dal sacco pericardico nello spazio pleurico, da dove viene poi riassorbito, evitando così il cosiddetto Tamponamento Cardiaco, cioè la “costrizione” del cuore all’interno del sacco pericardico e quindi l’incapacità di svolgere la sua funzione di “pompa” circolatoria.
I risultati ottenuti con questa procedura chirurgica sono considerati eccellenti, con una risoluzione definitiva in caso di Pericardite Infiammatoria od Idiopatica, mentre in caso di Versamento Pericardico secondario a Neoplasia deve essere considerata una terapia palliativa, che tuttavia può consentire al paziente una sopravvivenza fino a 2 anni in caso di Chemodectoma.
L’esplorazione endoscopica del pericardio o Pericardioscopia può essere effettuata successivamente alla Pericardiectomia, e può permetterci di visualizzare e biopsare eventuali neoformazioni intra-pericardiche.
Recentemente la Pericardiectomia, associata all’Occlusione del Dotto Toracico, è stata proposta come terapia chirurgica in caso di Chilotorace Idiopatico non rispondente alla terapia medica.